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12 febbraio, 2019

Il teleriscaldamento è una valida risposta al risparmio energetico e alla riduzione di CO2: il caso di Bergamo

Tra le migliori opzioni di cui disponiamo per dotare la nostra vita di strumenti che riducano l'impatto ambientale, contribuendo a generare risparmio energetico e, parallelamente, a ridurre le emissioni di CO2, vi è sicuramente la scelta di dotare i nostri territori di reti di teleriscaldamento.

Il global warming è un'emergenza sempre più impellente, e tra le cause si annovera soprattutto il consumo di combustibili fossili attraverso l'utilizzo di tecnologie non abbastanza performanti.

Secondo le diverse conferenze internazionali, in primis quelle di Kioto e Rio de Janeiro, tra gli obblighi dei Paesi membri vi era in particolare la diminuzione di emissioni inquinanti. Naturalmente anche l'Italia deve rispettare tali accordi, e un'opportunità di raggiungere i valori pattuiti è data proprio dal teleriscaldamento.

Il contesto non è dei migliori: secondo l'Annuario 2018 dell'AIRU, l'Associazione Italiana Riscaldamento Urbano, "la novità di quest'anno è che di fatto non ci sono novità". La traduzione, cioè, è che l'aumento annuo delle reti di teleriscaldamento si è bloccato al misero 2,5%. Parliamo di un’area di copertura di 4400 km, 350 milioni di metri cubi che arrivano ad interessare 297 centri abitati dello Stivale.

E' sempre la stessa Associazione a informarci che tali reti di teleriscaldamento hanno consentito alla popolazione di risparmiare quasi 510 mila tep (tonnellate equivalenti di petrolio) nel solo 2017, impedendo allo stesso tempo un'emissione di 1,8 milioni di tonnellate di CO2.. Non sono sicuramente dati incoraggiati, visto e considerato che l'aumento demografico di fatto annulla il leggero incremento dell'utilizzo di tale infrastruttura.

Ed è un peccato, il teleriscaldamento permetterebbe nel medio-lungo periodo sia una solida efficienza energetica che un notevole risparmio economico e di emissioni di CO2. La denuncia è che tale rete "a fatica si stacca dalla stasi assoluta. Quel poco che si muove, lo fa in termini di ampliamento di reti già esistenti; mancano invece del tutto nuove realizzazioni.

Ciò non toglie che in Italia esistono alcune realtà virtuose che, si spera, possano a breve dettare la linea ad una rinnovata operatività e progettualità per il resto del Paese.

Ad esempio c'è Varese, che a partire dal 2015 ha adottato un impianto termico solare collegato ad una rete di teleriscaldamento. Con la produzione di una quantità tra i 450000 e i 55000 kWh/annui di energia elettrica riesce a soddisfare il fabbisogno di 150 appartamenti.

Campo Tures, località altoatesina di 5370 abitanti, riesce a soddisfare l'intera domanda di energia grazie alla gestione della filiera elettrica mediante un ventaglio di fonti di energia rinnovabile in grado di fornire il fabbisogno sia elettrico che termico. La sua rete di teleriscaldamento si estende, infatti, per 22 km ed è collegata a impianti a biogas da 1MWt e ad un impianto a biomassa da 14MWt.

Se allarghiamo invece la lente d'ingrandimento e diamo uno sguardo alla situazione europea, invece, ci accorgiamo di come sono quasi 60 milioni i cittadini dell'Unione le cui case sono riscaldate da questo sistema. Numero che sale a 140 milioni se consideriamo il totale degli europei che vivono in città connesse ad almeno un sistema di teleriscaldamento.

In tutto ciò la Heat Roadmap Europe ci informa che, previ sufficienti finanziamenti, questa tecnologia potrebbe soddisfare addirittura il 50% della domanda di energia termica di tutta l'Europa. Se tale percentuale dovesse essere raggiunta entro il 2050, infatti, abbatteremmo l'impiego di energia fossile addirittura del 13%.

Il teleriscaldamento si conferma essere una scelta altamente ecologica, sicura ed efficiente, che alleggerirebbe anche i portafogli dei singoli cittadini in quanto andrebbe ad evitare i costi secondari di manutenzione e ricambio delle caldaie a gas casalinghe[1]. E' proprio per questo che piace ai cittadini e viene supportato dalle associazioni che si battono per la difesa dei diritti dei consumatori e per la salvaguardia dell'ambiente.

Il Codacons stesso, Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, ha recentemente elogiato il Comune di Bergamo come realtà virtuosa nel merito dell'utilizzo della rete di teleriscaldamento, essendo stata la città in grado di abbattere drasticamente le emissioni inquinanti e di tutelare in questo modo la qualità di vita dei cittadini.

E' un sistema in continuo uso e sviluppo quello di Bergamo sin dalla sua realizzazione nel 2005 ad opera di A2A Calore e Servizi, che trova il suo impiego sia nel privato che nel pubblico. Durante il 2017 sono stati quasi 800 i residenti che hanno optato per tale soluzione nelle loro abitazioni, aumentando di 250000 m3 riscaldati la quantità di energia prodotta portandola a coprire il fabbisogno di quasi 10000 famiglie, per un totale di 6,8 milioni di m3. Tutto questo ha consentito al Comune di abbattere l'impatto ambientale in quasi 14000 tonnellate di CO2, 0,5 tonnellate di polveri sottili, 14 tonnellate di ossido di azoto e 4 tonnellate di anidride solforosa.

Ad usufruire dei vantaggi del teleriscaldamento, grazie alla sua rete di circa 80 chilometri che riceve l'alimentazione da ben quattro centrali (Carnovali, Goltara, Cavour e Monterosso), vi sono sia locazioni private sia una grande quantità di stabili pubblici, quali ad esempio il Palazzo Frizzoni che ospita la sede del Municipio, le Piscine Italcementi, la Biblioteca Caversazzi, il Teatro Donizetti, l'Ospedale Papa Giovanni XXIII, l'Università degli Studi di Bergamo, il Palazzo della Libertà e anche lo stabile della Nuova Accademia Guardia di Finanza.

"La battaglia all’inquinamento atmosferico deve essere combattuta su ogni fronte e con ogni mezzo possibile. I dati parlano chiaro: in Italia ogni anno muoiono a causa dell’inquinamento atmosferico circa 35.000 persone, delle quali solo 10.000 in Lombardia. Adottare un sistema di riscaldamento che limiti l’inquinamento deve essere una priorità assoluta di tutti, cittadini e istituzioni" è stato il commento del Codacons in una nota[2].

Marco Sperandio