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1 marzo, 2019

L'Unione Europea si interroga sul futuro, arriva il documento di riflessione per un'Europa sostenibile entro il 2030

E' nato un nuovo documento di riflessione da parte dell'Unione Europea, e consiste nella volontà di promuovere e raggiungere un'Europa sostenibile entro il 2030. Tra i temi presenti in questo documento si possono trovare l'innovazione, la scienza, la finanza e la responsabilità sociale delle imprese, tutti fattori indispensabile alla realizzazione dell'Agenda delle Nazioni Unite, soprattutto in virtù dell'accordo di Parigi in merito ai cambiamenti climatici.

Questo quanto dichiarato dal presidente Juncker come proseguimento del discorso sullo Stato dell'Unione.   
Con un'analisi sulle sfide europee del futuro e un confronto e una presentazione su alcuni di questi possibili scenari, Per un'Europa sostenibile entro il 2030 si prefigge l'obiettivo di orientare la discussione pubblica e istituzionale per indirizzare al meglio gli attori decisionali verso un contributo tangibile entro quella precisa data.

A partire da quanto fatto finora, è infatti tangibile la necessità di portare a compimento ulteriori misure per permettere all'Occidente mondiale di assicurare un futuro sostenibile ai cittadini delle generazioni future. Anche perché con il passare del tempo è stata l'Unione Europea a farsi sempre più portavoce dell'attuazione di un programma mondiale di sostenibilità, ponendo ai suoi Paesi membri standard socio-ambientali sempre più elevati e promuovendo attivamente il Paris Agreement, così come l'adozione di un'economia circolare su larga scala. E' stata in particolare la Commissione Juncker a integrare le esigenze di sviluppo sostenibile con le sue scelte politiche.
Con le emergenze rappresentate dal debito ecologico, dai cambiamenti climatici e demografici, dalla migrazione, la disuguaglianza, dalla pressione sulle finanze pubbliche, è ovvio però che l'Unione Europea ha davanti a se sfide complesse e irrisolte, il tutto in un periodo in cui purtroppo si registrano sempre maggiori pulsioni nazionalistiche e isolazionistiche a causa di una scarsa percezione d'importanza e di assicurazione da parte dei cittadini dell'Unione.
Ecco quindi venire in soccorso questo documento di riflessione che si focalizza sulle strategie fondamentali per guidare questa transizione mondiale verso la sostenibilità, tra le quali lo split dall'economia lineare a quella circolare, la rettifica degli squilibri del sistema alimentare, la ricerca e la sostenibilità dell'energia nel futuro, la mobilità e l'urbanistica delle città.

Vengono inoltre enunciate le linee guida affinché questo passaggio avvenga nella maniera più equa possibile, coinvolgendo anche i più sfavoriti in questa evoluzione.
E' indispensabile quindi la messa in moto di attivatori orizzontali come solide fondamenta di tale transizione, e dovranno per forza di cose concentrarsi sull'istruzione, sulla scienza, la tecnologia, sulla ricerca di un'innovazione digitale. Altri temi possono essere la finanza, la fissazione dei prezzi, la fiscalità e la concorrenza, che si portano appresso necessariamente una revisione della fiscalità e della concorrenzialità di nuovi modelli di impresa. Questi, a loro volta, dovranno manifestare una rinnovata responsabilità sociale.
"L'UE [deve essere] un pioniere nella transazione verso un'economia sostenibile a livello mondiale, dal momento che le politiche dell'Unione avranno solo un impatto limitato sul pianeta se altri perseguono strategie contrastanti" è la conclusione della nota della Commissione Europea.
Nell'enunciare i tre possibili scenari per implementare il ragionamento attorno agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) all'interno dell'Unione Europea viene ipotizzata una strategia generale, un'integrazione costante di tali OSS che dalla Commissione vada a influenzare tutte le politiche pertinenti dell'Unione, senza però l'imposizione di misure agli Stati membri, e la scommessa decisa su un'azione esterna che consolidi il principio di sostenibilità europea. Questo non toglie che l'effettiva realizzazione del suddetto Documento possa passare attraverso la combinazione degli elementi di questi tre differenti scenari[1].

Sembra proprio che gli obiettivi di sviluppo sostenibile professati lo scorso anno siano stati definitivamente messi nero su bianco, e che si sia adottata una strategia di insieme in grado di unire gli obiettivi di semestre europeo con le finanze pubbliche e i piani di de-carbonizzazione globali.
La mira della piattaforma multi-stakeholder era infatti quella di poter riunire le istituzioni con le organizzazioni e gli esperti di settore per mettere in condivisione una bussola capace di orientare l'insieme di programmi e delle policies europee sul tema del futuro sostenibile.
Un approccio armonico e di estrema coerenza che ha portato la stessa Europa alla resa dei conti nei confronti di "un controllo della sostenibilità", in grado di incorporare la definizione di rischi ambientali e sociali e di governance dei regolamenti finanziari.
Per questo motivo un primo passo lo si è fatto nei confronti di tutte quelle realtà, civiche, imprenditoriali o istituzionali, che rimboccandosi le maniche hanno cominciato ad attuare gli European Sustainability Awards in soluzioni pratiche[2].

Quello che fa il Gruppo Green Holding, dedicando una perpetua attenzione nei confronti di ogni problematica nei confronti di qualità, dell'ambiente e della sicurezza attraverso l'attuazione di sistemi di gestione incentrati sulle certificazioni ISO 9001, ISO 14001, EMAS e OHSAS 18001, oltre che mediante gli attestati di qualificazione SOA richiesti dalle categorie di attività proprie di ogni società operativa del Gruppo stesso[3].
Tutti noi siamo quindi chiamati a un'effettiva presa di coscienza di un fenomeno non più prorogabile, e il ruolo dell'Europa sta proprio nel far si che ogni comportamento virtuoso venga incentivato da agevolazioni operative ed economiche.

Marco Sperandio