1462 Marco Sperandio Articoli
3 dicembre, 2018

Ancora problemi nella gestione dei rifiuti: alcune provvisorie soluzioni pratiche

Il Sistema di Gestione dei Rifiuti in Italia fatica ancora nel suo avviamento a flusso continuo e stabile e, essendo delegato nella sua processualità alle singole Regioni, registra ancora oggi una serie di cronache negative che, purtroppo, finiscono per pesare su tutto il territorio nazionale.

Quanto è successo per i Comuni vesuviani ce ne fornisce un esempio, laddove si sta registrando un rallentamento, spesso addirittura un blocco, della raccolta e del deposito degli stessi rifiuti, cosa che ha spinto le amministrazioni comunali a scrivere una dettagliata nota al Prefetto di Napoli, con la richiesta emergenziale di organizzare un tavolo tecnico di lavoro al fine di trovare una possibile soluzione in tempi ristretti. Le criticità attuali della filiera, organizzata in vari e dislocati centri di conferimento e smistamento dei rifiuti, sono emerse quando alcuni di questi siti, predisposti ad accogliere i materiali nobili (legno, ingombranti, carta, plastica, vetro, ecc.), sono stati interessati da pesanti incendi durante questa passata estate.

Ed è per questo che, afferma Lello Abete, sindaco di Sant'Anastasia, “prima di arrivare ad una situazione di emergenza e di disagio ci siamo attivati come sindaci dei comuni interessati per chiedere aiuto al Prefetto, massima autorità territoriale, al fine di trovare soluzioni adeguate e prevenire ed evitare che i problemi riscontrati finora diventino ingestibili, con una ricaduta negativa sui cittadini e sul territorio”. Si spinge addirittura più in là Salvatore Di Sarno, amministratore del Comune di Somma Vesuviana, dichiarando che "gli incendi di questa estate hanno seriamente compromesso il lavoro svolto dai Comuni riguardo la raccolta differenziata. Sono stati interessati, infatti, i maggiori impianti di trattamento dei rifiuti della nostra regione e ora le ditte che si occupano della raccolta stanno avendo notevoli disagi nel conferimento. Per questo chiediamo con fermezza, ed urgenza, al prefetto di convocare una riunione che ci permetta di trovare una soluzione concreta al problema prima che scoppi una nuova emergenza sui nostri territori. Non vorremmo che, con gli impianti, andassero in fumo anche tutti i sacrifici fatti dai nostri cittadini e dagli enti che amministriamo per svolgere al meglio la differenziata[1].

Altro caso finito purtroppo agli onori di cronaca per una denuncia di mala-gestione è quello del Comune di Latina nel Lazio, dove l'opposizione in Comune ha chiesto le dimissioni dell’assessore all’Ambiente Roberto Lessio durante la discussione del piano industriale dell'azienda speciale ABC, anch'essa risultata inadeguata secondo lo stesso Presidente Demetrio De Stefano. La situazione è scaturita da un mancato mutuo di 12milioni di euro, che avrebbe rappresentato nel piano budget la base di avvio della differenziata spinta. Il mancato raggiungimento dell'impegno bancario, a quanto dice invece l'Assessore all'Ambiente, è stato dovuto ad una legge interna della Cassa Depositi e Prestiti che prevede la concessione di prestiti soltanto in seguito all'approvazione di due bilanci (e ABC, vista la sua giovane età fiscale, ne è sprovvista).

Non ce l’ho con l’azienda perché con i mezzi che ha a disposizione ABC non può fare altrimenti, ma è colpa della politica. Io ribadisco la richiesta di dimissioni perché lei ha fallito”, ha quindi affermato la candidata dell'opposizione Giovanna Miele rivolgendosi all’assessore. Posizione condivisa anche da Matteo Adinolfi della Lega, che ha riferito come “protocolleremo una mozione di sfiducia perché i cittadini ce lo chiedono”. Entrando nello specifico del mutuo con Cassa Depositi e Prestiti, Roberto Lessio, dal canto suo, ha ribadito quanto detto dal presidente di ABC Demetrio De Stefano, e cioè che a gennaio 2018, in sede di accordi, questo aspetto non era emerso e che quindi non risultava potessero insorgere degli ostacoli nella chiusura dell'appalto[2]. In questo tira e molla, naturalmente, chi ne fa le spese è la popolazione che da troppo tempo è quindi costretta a convivere con i gravi disagi che la mancanza di servizi sui rifiuti può portare al contesto urbano.

Fortunatamente, però, si registrano di pari passo anche le prime avvisaglie di una corretta interpretazione della gestione dei rifiuti, assieme ad una sempre crescente consapevolezza del problema della sostenibilità ambientale e dell'importanza del recupero dei materiali, sotto forma di nuovi cicli di consumo o, più semplicemente, di riconversione in energia o in utilizzo agricolo.

E così in Emilia-Romagna ha preso il via un’iniziativa già ampiamente supportata e perfettamente funzionante in molti dei Paesi considerati sviluppati. Sono nate, infatti, imprese come Ricilia, Green Evo e Green Money, il quale core business è la fornitura e l'assistenza di sistemi di riciclo a premio della plastica, applicato soprattutto per le catene di supermercati che così ricompensano i clienti virtuosi con l'elargizione di buoni spesa. E' per questo che big retailer quali Conad, DiMeglio e Sigma stanno procedendo con l'inserimento in molti punti vendita dei cosiddetti eco-compattatori, in grado di remunerare chi consegna le bottiglie di plastica attraverso il regalo di buoni sconto sulla spesa.

E' un'iniziativa, questa, che negli ultimi mesi sembra decisamente avviarsi verso una conferma, forte dell'aumento degli eco-compattatori utilizzati anche dai singoli Comuni. Ad esempio la Green Money ha da subito inserito circa quaranta punti vendita tra Rimini, Riccione e provincia, mentre la Ricilia, operante su tutto il territorio nazionale, si è già dotata di una trentina di questi strumenti. Stando ai dati forniti, poi, nei soli punti di competenza Green Money finora si è raccolto oltre 210mila bottiglie di plastica al mese, corrispondenti a 7tonnelate di materiale consegnato al recupero e riciclo. Il tutto con un risparmio medio-annuo di circa 600euro per famiglia[3].

Quella del recupero della plastica nelle acque Comunali è una strada che nel resto d'Europa, soprattutto nei Paesi Baltici, è stata ampiamente percorsa con successo. Ce ne fornisce uno splendido esempio l'Olanda, nello specifico la città di Rotterdam, dove la plastica raccolta nei fiumi è stata trasformata in uno spazio pubblico accessibile alla cittadinanza, le cui strutture galleggianti sono sate realizzate utilizzando la plastica raccolta nei corsi d'acqua della città (per il momento 140m2, ma il progetto finale aspira nei prossimi messi ad ampliare il parco fino a circa 1500m2 di oasi galleggiante).

La Recycled Island Foundation ha provveduto a trasformare il materiale raccolto in blocchi esagonali di 2m per lato grazie all'aiuto dei ricercatori dell'università di Wageningen, e con una struttura a nido d'ape hanno contribuito alla realizzazione di piccoli giardini, habitat per la flora e la fauna del paesaggio, o anche aree ristoro e di sosta con tanto di panchine e sedute dove i visitatori possono sostare per rifocillarsi. Inoltre un altro elemento indispensabile dell'opera consiste nella presenza di vere e proprie trappole per la plastica, adibite all'intercettazione di questo materiale che così evita di disperdersi nell'oceano.

Il coordinatore del progetto Ramon Knoester ha spiegato che ”i blocchi galleggianti hanno diversi usi e sono molto adattabili, in superficie, come se fossero vasi, sono state piantati fiori e piante autoctoni in grado di attrarre api e insetti, e salvaguardare la biodiversità mentre nella parte immersa nell’acqua, è stato inserito uno speciale materiale ruvido in cui i pesci potranno deporre le uova[4].

Questa è sicuramente una soluzione innovativa, eco-sostenibile, che in un sistema di gestione strutturato e ben oliato come quello dei Paesi Bassi contribuisce a fornire un nuovo strumento di raccolta. A differenza del caso dell'Emilia Romagna, quindi, s’inserisce in un contesto che già ha una predisposizione a una corretta gestione del Sistema e quindi ne aumenta la capacità fornendo, allo stesso tempo, un plus di innovazione progettuale.

In Italia, purtroppo, abbiamo ancora moltissimi casi di Regioni che non hanno ancora predisposto una corretta progettualità d'insieme, e quindi applicazioni come queste rischiano di rimanere isolate e fuori contesto, non riuscendosi ad inserire in una programmazione che, invece, a partire dalle Istituzioni e a cascata su le imprese e sulla cittadinanza, si rende sempre più indispensabile.

Marco Sperandio